Scuola: si ricomincia!
Suggerimenti per partire con il piede giusto
Come ogni anno, la pausa estiva sta per terminare e tra poco ricomincerà l’anno scolastico con tutto il suo carico di impegni, studio, compiti, verifiche ed interrogazioni. Ma anche il suo carico di amicizie, relazioni con i coetanei e con gli insegnanti, esperienze, uscite didattiche, gite.
I bambini e i ragazzi con cui lavoro mi dicono di non avere moltissima voglia di ricominciare ma, allo stesso tempo, non vedono l’ora di ripartire per rivedere i propri compagni di classe.
Oppure chi si appresta ad entrare in una nuova scuola, ad esempio passando dalla primaria alle medie, è in genere curioso. Come sarà la nuova scuola? Come saranno i professori e gli insegnanti? Sarà difficile studiare?
Sicuramente iniziare un nuovo anno scolastico dopo il lungo periodo estivo può essere faticoso. Ecco quindi alcuni semplici consigli per iniziare nel migliore dei modi!
Riposo
Per partire con il piede giusto è necessario essersi riposati durante le vacanze estive e aver ricaricato le batterie per poter affrontare gli impegni, scolastici e non, che renderanno molto denso il periodo tra settembre e giugno.
Alcuni potrebbero obiettare “Come fanno i bambini a riposare se vengono caricati di compiti durante le vacanze?”. Riposare non equivale a non fare nessun compito. Se i bambini non fanno un po’ di compiti anche durante le vacanze (che in Italia sono lunghe!) perdono inevitabilmente l’allenamento e dimenticano molto di ciò che hanno acquisito con fatica nel corso del precedente anno scolastico. Riposare significa staccare dalla routine e dai ritmi serrati che caratterizzano le giornate dei bambini durante il periodo scolastico; vuol dire stare all’aria aperta, dedicarsi a letture piacevoli, al gioco libero e anche al dolce far niente senza avere attorno adulti incalzanti che danno direttive su ciò che si deve fare.
Ricordi
Che bello rientrare a scuola con bei ricordi del periodo estivo: significa avere immagazzinato profumi, colori, sapori, esperienze, idee da condividere con i coetanei e con gli insegnanti. Più i bambini sperimentano direttamente, fanno cose, viaggiano, incontrano persone, si sporcano, pasticciano e in questo provano emozioni positive, più le cose rimarranno impresse nella loro mente e contribuiranno alla costruzione della loro personalità.
Compiti
Come detto prima, i compiti durante le vacanze estive sono necessari per non dimenticare quanto appreso e per tenersi allenati. Pochi compiti per giorno non sono un impegno eccessivo e la cosa fondamentale è che il bambino sia il più autonomo possibile nell’esecuzione: i compiti sono suoi, non del genitore, il quale ha il ruolo di affiancare e dare eventualmente un aiuto quando serve.
Ritmo
I ritmi estivi sono solitamente più “rilassati”, i bambini magari vanno a dormire più tardi la sera e non c’è la sveglia per andare a scuola. Qualche settimana precedente il suono della prima campanella sarebbe utile iniziare a ristabilire dei ritmi simili a quelli scolastici, in modo che il bambino non arrivi a scuola il primo giorno già assonnato. Come riferisce il pedagogista Daniele Novara nel suo volume “Non è colpa dei bambini”, “un caso su due di bambini agitati o sistematicamente distratti e incapaci di relazionarsi dipendono dalla carenza di sonno”.
Materiali
L’anno scolastico è un lungo viaggio per il quale bisogna preparare la valigia con tutto ciò che serve per affrontarlo al meglio. Controlliamo insieme al bambino quali materiali sono necessari (dai libri alle matite, con la punta temperata!), verifichiamo ciò che già si possiede e acquistiamo ciò che non si ha oppure che va cambiato.
Fiducia, curiosità, impegno
Queste tre dimensioni non si sviluppano nel bambino dal nulla, ma crescono se alimentate da genitori che gliele trasmettono ogni giorno. Quindi l’adulto deve trasmettere fiducia nelle capacità del bambino, negli insegnanti e nella scuola: il “patto educativo” genitori-insegnanti è la base indispensabile per la buona riuscita del progetto educativo e didattico. Trasmettere curiosità verso le nuove esperienze e i nuovi apprendimenti che ci saranno nell’anno scolastico che sta per iniziare. Infine, trasmettere il valore dell’impegno in tutto ciò che si fa, senza timore di fare anche qualche errore dal quale si impara, sempre e comunque.
Concludo il post con una riflessione dello psicologo Gianluca Daffi relativa alle aspettative genitoriali, che hanno molta influenza sull’andamento scolastico e non di bambini e ragazzi: “le aspettative dei genitori non dovrebbero essere né troppo elevate, né troppo basse, ma dovrebbero avvicinarsi il più possibile alla realtà. L’unico modo per coltivare attese reali nell’ambito di cui stiamo trattando è quello di mantenersi costantemente informati sul percorso formativo del bambino, sfogliando i suoi quaderni, confrontandosi con l’insegnante, affiancandolo, consapevolmente e con costanza, nello svolgimento dei compiti. Questo interesse, premessa per lo sviluppo di aspettative reali, è indipendente dal tempo che ogni genitore può dedicare al proprio figlio, ma è soprattutto legato al tempo che la famiglia vuole investire nel comprendere e farsi carico di quella parte del percorso formativo che vede protagonisti, oltre al bambino, sia i genitori che l’insegnante” (da G. Daffi, “Missione compiti”).
Buon anno scolastico a tutti!
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