Il bambino deve (anche) saper giocare da solo
Ogni gioco è innanzi tutto e sopra tutto un atto libero.
Il gioco comandato non è più gioco.
Tutt’al più può essere la riproduzione obbligata di un gioco.
Johan Huizinga
Giocare, attività di primaria importanza per lo sviluppo dei bambini, deve essere nella maggior parte dei casi libero.
Che cosa significa? Vuol dire intervenire il meno possibile quando i bambini giocano, evitare di dirigere l’attività secondo la nostra prospettiva di adulti, lasciare ai piccoli la libertà di pensare, inventare, creare, gestire in autonomia il proprio momento ludico.
La libertà nel gioco si traduce anche in quello che possiamo chiamare “gioco indipendente”: non significa lasciare il bambino in balia di se stesso e farlo giocare da solo per la maggior parte del tempo, ma vuol dire creare spazi e momenti nei quali è autonomo ed è capace di autogestirsi senza la presenza costante di un genitore che gioca con lui.
Il gioco genitore-bambino è certamente importante e insostituibile, ma allo stesso tempo il piccolo deve essere messo nelle condizioni di sperimentare l’autonomia anche nei momenti ludici. Aspetto vantaggioso anche per il genitore, che non è obbligato a giocare 24 ore su 24 con il figlio ma può utilizzare il tempo del gioco indipendente per occuparsi di altro.
Adulto e bambino possono stare nella stessa stanza, ma ciascuno svolge il proprio compito; oppure il bambino può stare nella propria cameretta, naturalmente organizzata in modo adeguato, con pochi giocattoli che gli interessano in quel momento della sua crescita e facilmente raggiungibili da lui senza aver bisogno dell’aiuto dell’adulto.
Qualsiasi sia la scelta dello spazio, condiviso oppure no, è fondamentale garantire ambienti sicuri e senza pericoli; allo stesso modo, bisogna preoccuparsi che il bambino sia educato al riordino: quando si ha finito di giocare si mette a posto (anche in questo caso, una buona organizzazione della cameretta secondo un metodo specifico, ad esempio quello montessoriano, ci viene in grande aiuto).
I bambini capaci di giocare in modo indipendente sperimentano un maggiore senso di autonomia e di creatività perché non sono pressati dal continuo intervento dell’adulto che propone, dirige, interviene, programma e risolve piccoli problemi e inconvenienti legati al gioco.
Le giornate dei bambini di oggi sono un susseguirsi serrato di impegni: il gioco autonomo porta relax e tranquillità. Se il bambino non vuole giocare, può stare sdraiato sul pavimento a fissare il soffitto e non c’è nulla di male in questo. Ricordate il diritto alla noia?
Per non perdere gli aggiornamenti puoi fare Like alla mia pagina Facebook Il Giardino Pedagogico.